Francesco Totti oggi ha ricevuto il “Premio Facchetti”, riconoscimento dato ai giocatori che nella loro carriera si sono distinti per lealtà e correttezza. Il campione giallorosso ha svelato un retroscena famigliare curioso ma allo stesso tempo triste: «Quand’ero piccolo mio padre non mi ha mai dato gratificazioni, anzi. Mi diceva sempre che era più forte mio fratello – ha detto il capitano della Roma con un velo di malinconia -. Ancora oggi lo fa. Oramai ha preso questa strada e credo che purtroppo la porterà avanti fino alla fine».
Una cosa, però, che gli lo ha fatto restare umile: «E’ anche grazie a questo rapporto che abbiamo sempre avuto se ancora oggi riesco a camminare con i piedi per terra e sono riuscito a non montarmi la testa. I miei genitori mi hanno insegnato il valore della vita e soprattutto quello dei sacrifici». Per fortuna l’amore per la maglia giallorossa gli ha fatto dimenticare il difficile rapporto con il padre: «In 20 anni ho dato ma anche ricevuto molto. Quando per 20 anni indossi la stessa maglia vuol dire che c’è vero amore e vera passione – ha proseguito chiacchierando con la Gazzetta dello Sport -. Sin da piccolo sognavo di indossare un’unica maglia (quella giallorossa, ndr) e fortunatamente ci sono riuscito. Ora non mi resta che realizzare il mio ultimo sogno: vincere la Champions League. Lo scudetto? Credo che questo sia l’anno giusto per bissare quello vinto nel 2001. Lo spero io, lo sperano i miei compagni, lo spera il mister, la città intera, che merita grandi palcoscenici e grandi traguardi»